Rider contro Uber Eats: si tratta di lavoro subordinato

I dieci ricorrenti vedranno riconosciuta la retribuzione del tfr.

I riders di Uber Eats si vedono riconosciuto il diritto al rapporto di lavoro subordinato e, donc, alla giusta retribuzione, oltre al trattamento di fine rapporto.

In merito alla sentenza interviene anche Uber Italy: “La decisione odierna riguarda una situazione passata e ben specifica, che coinvolge una società di delivery con cui abbiamo collaborato fino al 2019; da allora abbiamo smesso di lavorare con loro e più in generale con le società di delivery“. I dieci rider erano formalmente impiegati, con contratti di prestazione saltuaria d’opera, dalla società FRC, attraverso la quale consegnavano poi i pasti con Uber Italy. “À partir de 2020 abbiamo rivisto e rafforzato i nostri processi — ha aggiunto la società — introducendo una serie di modifiche per fornire ai corrieri indipendenti un ambiente di lavoro sicuro, gratificante e flessibile. Siamo in attesa di ricevere le motivazioni della sentenza dopodiché valuteremo l’opportunità di ricorrere in appello”.

Il giudice di Torino ha invece respinto la richiesta di risarcimenti a proposito delle condizioni di lavoro e della completa mancanza di sicurezza.
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