Social marketing per avvocati: mini guida su come promuoversi sui social

Negli ultimi quindici anni, i social network hanno cambiato le nostre vite ed anche il nostro modo di lavorare. I dati parlano chiaro: environ 5,3 miliardi di persone nel mondo utilizzano un dispositivo mobile, e 4,62, vale a dire quasi il 60% della popolazione mondiale è iscritto ad almeno un social network.
Sono nate nuove professioni all’interno di questo mondo virtuale parallelo, una su tutte il fenomeno “influencer” che ha cambiato, di nuovo, il modo di fare business, ma anche i mestieri “tradizionali” hanno trovato, sulle piattaforme social, un nuovo canale per approvigionarsi la clientela.
Tra gli ultimi a sbarcare sui social in maniera “pro”, cioè non per condividere video di gattini, bambini, balletti e outfit di moda, oppure il resoconto della grigliata di Pasquetta, ci sono gli avvocati; una categoria notoriamente resistente al cambiamento (peggio di noi forse solo i notai, legati ad una concezione estremamente tradizionale della professione e del ruolo che rivestono), ma che apparentemente si è resa conto anch’essa, dernièrement, che sono cambiati i tempi, per tutti.
La figura ieratica del professionista asserragliato dietro la sua scrivania di mogano, che “convoca” e “riceve” i clienti, è sparita dagli anni ’80 e, salvo pochi studi formato aziende, che ancora oggi (ma per quanto ancora) godono dei privilegi e dei fasti della loro fama passata, gli avvocati di oggi, giovani e meno giovani, se vogliono lavorare, fatturare, pagare rate di mutuo, affitti, insomma vivere, i clienti devono andarseli a cercare.
E come per cercarsi un nuovo partner ormai ci si affida alle app di incontri, più facile e (apparentemente) meno faticoso che uscire nel mondo reale, così un professionista legale può, nel 2022, trovare nuovi clienti e farsi conoscere attraverso i social network.
Un chemin vers la conquête de ses droits

E il codice deontologico?
Ma come può, in pratica, un avvocato, promuoversi sui social?

2.1. La mia esperienza personale
2.2. Chiama alle armi i tuoi amici
2.3. Segui i tuoi colleghi
2.4. Interagisci e commenta
2.5. Pubblica contenuti utili
2.6. Organizza il lavoro e sii paziente
1. E il codice deontologico?
Un primo problema incontrato dalla categoria forense, a parte la naturale ritrosia dei suoi componenti e resistenza alle innovazioni, è costituito dal codice deontologico forense, il testo che raccoglie tutti i doveri di lealtà e correttezza che deve rispettare un avvocato nei suoi rapporti con il cliente, con la controparte, con i colleghi e con i magistrati.
Unitamente con il divieto di accaparramento della clientela, art. 37, per cui è vietato offrire, sia direttamente che per interposta persona, le proprie prestazioni professionali al domicilio degli utenti, nei luoghi di lavoro, di riposo, di svago e, in generale, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, anche il divieto di utilizzo di siti web nel caso di reindirizzamento di contenuti di carattere commerciale e/o pubblicitario costituiva, fino a qualche anno fa, un problema difficilmente superabile per gli avvocati che vogliano farsi conoscere sui social. Un intervento del Consiglio Nazionale Forense, Toutefois, ha superato questo secondo limite, introducendo una modifica che consente, seppur in maniera limitata e controllata, l’utilizzo del web anche su siti non proprietari.
Il testo nuovo testo dell’art. 35, en fait, recita al primo comma: “L’avvocato che dà informazioni sulla propria attività professionale, quali che siano i mezzi utilizzati per rendere le stesse, deve rispettare i doveri di verità, correttezza, trasparenza, segretezza e riservatezza, facendo in ogni caso riferimento alla natura e ai limiti dell’obbligazione professionale”.
L’inciso che è stato aggiunto “quali che siano i mezzi utilizzati”, donc, apre al professionista forense la possibilità di utilizzare siti non proprietari, quali tipicamente i social network, purché nel rispetto del decoro della professione e dell’obbligo di improntare la sua condotta sui caratteri della dignità e decoro.
È stato eliminato anche il successivo comma 10 dello stesso art. 35, che prevedeva: “l’avvocato è responsabile del contenuto e della sicurezza del proprio sito, che non può contenere riferimenti commerciali o pubblicitari sia mediante l’indicazione diretta che mediante strumenti di collegamento interni o esterni al sito”.
Dunque qualsiasi mezzo è ammesso, nei limiti dei doveri di verità, correttezza, trasparenza, segretezza e riservatezza, facendo in ogni caso riferimento alla natura e ai limiti dell’obbligazione professionale.
2. Ma come può, in pratica, un avvocato, promuoversi sui social?
Tra i (giusti) limiti imposti dall’ordinamento forense e le difficoltà di comprensione di algoritmi, piattaforme, contenuti e dinamiche dei social, non è semplice, nella pratica, per un legale, farsi largo tra gli scogli del mondo social.
Ecco una mini guida pratica e concreta, senza scorciatoie e senza trucchi o false chimere, per aiutare i colleghi e le colleghe che desiderino utilizzare questi strumenti potentissimi a favore della loro attività.
2.1. La mia esperienza personale
Ho cominciato la mia attività di promozione professionale sui social un anno e mezzo fa circa.
Ho scelto tre piattaforme: Instagram, perché nel mondo Meta è quella che al momento spinge di più, TikTok, perché è sicuramente la più innovativa e quella con il maggior potenziale di crescita e YouTube perché… perché è YouTube, e da Sua maestà Google non si può prescindere. Successivamente ho iniziato a lavorare anche su LinkedIn, che personalmente tuttavia non gradisco particolarmente, ed utilizzo più come aggiornamento del curriculum e come vetrina per “farmi bella” agli occhi degli altri, piuttosto che come piattaforma per condividere contenuti.
La mia base di partenza follower era risibile: zero su TikTok, un centinaio di amici e parenti su Instagram, zero su YouTube. aujourd'hui, dopo un anno e otto mesi, le cose stanno così: YouTube, che è la piattaforma più ostica, perché satura di contenuti e molto orientata al mondo anglofono, ha registrato una piccolissima crescita: ho 639 iscritti, ma ho smesso di pubblicare video quando ho visto che non stava dando i risultati sperati. Instagram, che rappresenta il mio quartier generale, ha 15.791 follower, mentre TikTok incredibilmente ha avuto la crescita maggiore: 26.051 follower, con pubblicazione da parte mia di contenuti molto sporadica.
Che sia tanto o che sia poco, ecco qui cinque piccole “strategie” che ho seguito per raggiungere in questo tempo questi risultati: lascio giudicare il mercato se si tratti di risultati buoni, o meno.
2.2. Chiama alle armi i tuoi amici
Quando cominci e sei a zero e non sai da che parte girarti, non vergognarti e chiedi. Spiega ai tuoi amici e parenti che hai appena iniziato un nuovo progetto professionale sui social e chiedi loro il tuo sostegno. Partire da zero è veramente dura, soprattutto dal punto di vista psicologico, avere uno “zoccolo duro” di 100-200 persone che sin dall’inizio ti supportano ti sarà molto utile per sollevare il tuo spirito e per non mollare quando la tentazione sarà fortissima.
2.3. Segui i tuoi colleghi
Cerca i colleghi avvocati (sono pochi, ma qualcuno c’è) che hanno iniziato prima di te e seguili: tra colleghi c’è un certo corporativismo, anche online, ed è facile che ricambieranno il tuo “follow”. Non limitarti a quello, però, ricordati che siete colleghi, e i doveri di colleganza esistono anche online. Scrivi un messaggio, presentati, spiega di che cosa ti occupi, chiedi a loro di che cosa si occupano e ipotizza punti di contatto, domiciliazioni, possibili collaborazioni: indipendentemente dal mondo social, potrebbe davvero nascere qualcosa di bello e utile per entrambi. Ricordati che siete lì entrambi per lavoro.
2.4. Interagisci e commenta
I social sono un do ut des: non ti puoi aspettare, a meno che tu non sia un divo di Hollywood o una influencer famosa, che le persone interagiscano con te, se non lo farai tu prima con loro. Ma devi ricordarti sempre chi sei: tu sei un avvocato e sei sui social come professionista. Quindi, oltre a pubblicare contenuti pertinenti alla tua professione (come vedremo meglio nel prossimo punto), commenta in maniera pertinente e interessante i contenuti altrui. Non solo ti farai notare, ma spingerai i colleghi e gli altri utenti a fare lo stesso con te.
Ricordati che non sei lì per “accaparrarti clientela”. Sei sui social per promuovere la tua immagine in maniera conforme al codice deontologico, quindi il modo migliore è fare una buona informazione giuridica e risolvere problemi altrui, non con consulenze gratuite, ma anche solo con un piccolo consiglio disinteressato.
2.5. Pubblica contenuti utili
Quello che non puoi fare sui social è dire cose come “venite nel mio studio” o simili. Quello che invece puoi fare è condividere le tue conoscenze, il tuo sapere, per fare sì che le persone pensino che sei bravissimo o bravissima nel tuo campo e che quindi venire da te sia l’unica cosa sensata da fare.
Non sei tu a dirlo, sono le persone che lo faranno, perché i tuoi contenuti saranno di valore, utili e gratuiti. Se ti occupi di diritto di famiglia, fai brevi video in cui spieghi come funziona la negoziazione assistita, se fai societario spiega le differenze tra società a responsabilità limitata normale o semplice, se fai esecuzioni spiega ai debitori come reagire a pignoramento: dai informazioni utili. Non ci sarà bisogno di dire di venire da te e non ci sarà nessuna violazione del codice deontologico. Si tratterà soltanto di condivisione di informazioni utili e a prova di Consiglio forense.
2.6. Organizza il lavoro e sii paziente
Immagina la tua promozione professionale sui social come una palestra: se vuoi vedere risultati, dovrai allenarti con costanza almeno per un anno, forse di più. Si tratta del tuo lavoro, non di un divertimento, quindi non mollare.
Ci vuole molto tempo per crescere sui social, molti tentativi, prontezza nel cambiare rotta se le cose non funzionano bene, costanza, impegno.
Non si tratta di “perdere tempo sui social”, si tratta del tuo lavoro di avvocato. Di qualsiasi materia tu ti occupi, i tuoi clienti possono essere lì che ti aspettano, ma non sanno che tu esisti e non sanno nemmeno che sei il o la migliore nel tuo campo: bisogna farglielo sapere.
La pubblicazione dei contenuti sui social va inserita in agenda, esattamente come le udienze, gli appuntamenti coi clienti e le altre incombenze di studio e va rispettata, così come gli altri impegni.
Costanza, pazienza, contenuti di qualità (e un pizzico di fortuna, che nella vita serve sempre) ti permetteranno di utilizzare questo strumento potentissimo come alleato prezioso nella tua vita professionale. Senza ricette e formule magiche.
E soprattutto, senza che il tuo Consiglio dell’Ordine di appartenenza possa trovarci assolutamente nulla da ridire.

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