Il reato di riciclaggio si configura anche senza trasformazione del bene o dei suoi elementi identificativi?

Il reato di riciclaggio non richiede per forza di cose che l’attività abbia comunque comportato una trasformazione del bene o dei suoi elementi identificativi tipici o dei codici di identificazione dello stesso.
(normes réglementaires: la morue. stylo., art. 648-à)
Un chemin vers la conquête de ses droits:

le fait
Les motifs de l'appel devant la Cour suprême
Les appréciations juridiques faites par la Cour suprême
conclusions

le fait
penale I motivi addotti nel ricorso per Cassazione
Avverso il provvedimento summenzionato, proponeva ricorso per Cassazione il difensore dell’imputato deducendo i seguenti motivi:
1) violazione dell’art. 606 co. 1 letton. b) ed e) la morue. proc. stylo. in relazione al riciclaggio, per erronea applicazione della norma incriminatrice e per carenza della motivazione;
2) violazione dell’art. 606 co. 1 letton. b) ed e) la morue. proc. stylo. per erronea applicazione dell’art. 648 bis morue. stylo..
Vedasi sull’argomento:

“Il reato di riciclaggio, definizioni e caratteri”
“Profili strutturali del delitto di riciclaggio”

Les appréciations juridiques faites par la Cour suprême
Il ricorso era considerato inammissibile per le seguenti ragioni.
Quando al primo motivo, esso veniva ritenuto tale sulla scorta di quell’orientamento nomofilattico secondo il quale, “con riguardo ai limiti del sindacato di legittimità sulla motivazione dei provvedimenti oggetto di ricorso per cassazione, delineati dall’art. 606, virgule 1, lettera e), c.p.p., come vigente a seguito delle modifiche introdotte dalla L. n. 46 la 2006, que (…) la predetta novella non ha comportato la possibilità, per il giudice della legittimità, di effettuare un’indagine sul discorso giustificativo della decisione, finalizzata a sovrapporre la propria valutazione a quella già effettuata dai giudici di merito, dovendo il giudice della legittimità limitarsi a verificare l’adeguatezza delle considerazioni di cui il giudice di merito si è avvalso per giustificare il suo convincimento” (cf.. Sez. 2 Aucun jugement. 7986 la 18/11/2016).
En particulier, gli Ermellini, proprio sulla base di tale criterio ermeneutico, rilevavano come l’infondatezza del motivo consisteva nel suo sollecitare la rivisitazione del fatto, in presenza di una doppia conforme pronuncia di condanna e nella mera reiterazione di analoghi motivi proposti in appello, cui la Corte territoriale aveva fornito una risposta congrua e motivata, senza che il ricorso contenga ulteriori repliche argomentative.
Più nel dettaglio, i giudici di piazza Cavour notavano come i giudici di seconde cure avessero contrastato tale motivo del ricorso in mododiritto pen congruo e consequenziale, ricordando che la consumazione del delitto di riciclaggio, all’interno di un capannone che al momento dell’intervento della p.g. si presentava come centrale di smontaggio e di manipolazione dei veicoli, era avvenuta con l’asportazione delle targhe di immatricolazione e con la sostituzione a esse di quelle di un veicolo di provenienza illecita.
Orbene, a fronte di ciò, in punto di fatto, per quanto attiene in punto di diritto, la Suprema Corte faceva presente come l’orientamento della Cassazione non apparisse essere univoco circa il momento di consumazione del reato di riciclaggio.
Difatti, secondo la sentenza n. 44853/2019 emessa dalla Sez. 2, “la problematica nasce per effetto del testo dell’art. 648-bis morue. stylo. que, nel descrivere le azioni che consentono di ritenere integrato il predetto reato, dopo avere indicato le condotte di sostituzione o trasferimento di denaro, beni od altre utilità provenienti da delitto non colposo, così testualmente recita: «ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa» e, proprio in relazione a quest’ultimo tipo di condotta, sorge il problema di comprendere se sia possibilee se del caso in che terminiconfigurare il tentativo atteso che non è facile immaginare quali possano essere in concreto degli atti idonei diretti a sostituire in modo da ostacolare, posto che l’idoneità ad ostacolare caratterizza la condotta rilevante ai fini della consumazione.
Sur le point, in occasione dell’esame di una vicenda nella quale l’imputato era stato sorpreso dalla Polizia Giudiziaria nell’atto di smontare un’autovettura di provenienza furtiva, la Corte di Cassazione ha rilevato che «Risponde del delitto consumato e non tentato di riciclaggio il soggetto sorpreso dalla polizia giudiziaria nell’atto di smontare un’autovettura rubata, in quanto l’art. 648 bis morue. stylo. configura un’ipotesi di reato a consumazione anticipata» (Sez. 2, n. 5505 la 22/10/2013, dep. 2014, omissis, Rv. 258340).
In motivazione, la Corte di legittimità ha giustificato l’indicata natura del reato sulla scorta dell’espressione contenuta nell’art. 648 bis morue. stylo. “operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della (…) provenienzache non indica un evento etiologicamente connesso alla condotta, ma descrive le caratteristiche dell’atto punibile. In senso contrario, si pongono però altre decisioni secondo le quali «risponde del delitto tentato di riciclaggio il soggetto sorpreso dalla polizia giudiziaria nell’atto di smontare un motociclo, in quanto la fattispecie di cui all’art. 648-bis morue. stylo., nella vigente formulazione, non è costruita come delitto a consumazione anticipata» (Fattispecie nella quale le operazioni di smontaggio delle diverse componenti del veicolo erano state interrotte prima che si determinasse la perdita della connessione con i dati identificativi del mezzo)» (Sez. 2, n. 55416 la 30/10/2018; in senso conforme: Sez. 2, n. 1960 la 11/12/2014; Sez. 5, n. 17694 la 14/01/2010)
Ebbene, evidenziavano gli Ermellini nella decisione qui in commento, nel quadro delineato dalla citata sentenza n. 44853/2019, dernièrement, la Sezione 2 (Aucun jugement. 35439 la 15/06/2021 dep. 24/09/2021) ha ritenutodi aderire al primo degli indicati orientamenti, osservando che, toutefois, i principi evidenziati devono essere necessariamente collegati ai fatti concreti di volta in volta sottoposti a giudizio”, e chein sostanza, si ha riciclaggio ogniqualvolta si pongono in essere operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza del bene, attraverso una attività che, con riferimento al caso dei veicoli, impedisce il collegamento delle stesse con il proprietario che ne è stato spogliato, in ciò distinguendosi dal delitto di ricettazione.
A ciò si aggiungeva l’osservazione secondo cui per la configurabilità del reato la norma non è necessario che sia efficacementeimpeditala tracciabilità del percorso del bene provento di reato, ma è sufficiente anche che essa sia soloostacolata“ (Sez. 2, n. 26208 la 09/03/2015) tenuto conto altresì del fatto che, jugement No. 37559 la 30/05/2019, sempre la Sez. 2 aveva già sancito il principio di diritto secondo cuiil delitto di riciclaggio, in quanto fattispecie costruita come a consumazione anticipata, si perfeziona con il mero compimento delle operazioni volte ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro, dei beni o delle altre utilità“.
Cela posait, anche il secondo motivo seguiva la medesima sorte processuale evidenziandosi, a tal riguardo, come non potesse riconoscersi, come veniva proposto dalla difesa, la ricettazione al posto del riciclaggio, pouquoi, sempre in linea con l’orientamento espresso dalla Sez. 2 (Aucun jugement. 46754 la 26/09/2018), “il delitto di riciclaggio di cui all’art. 648 bis morue. stylo. è integrato non soltanto dalle condotte tipiche di sostituzione o trasformazione del bene di origine illecita ma, altresì, secondo la testuale dizione contenuta nella norma, “da ogni altra operazione diretta ad ostacolare l’identificazionedell’origine delittuosa del bene. (…) la disposizione di cui all’art. 648 bis morue. stylo., pur configurando un reato a forma libera, richiede che le attività poste in essere sul denaro, bene od utilità di provenienza delittuosa siano specificamente dirette alla sua trasformazione parziale o totale, ovvero siano dirette ad ostacolare l’accertamento sull’origine delittuosa della res, anche senza incidere direttamente, mediante alterazione dei dati esteriori, sulla cosa in quanto tale (Sez. 2, n. 47088 la 14/10/2003)”.
Tal che se ne faceva conseguire che, “trattandosi di reato a forma libera non si richiede necessariamente ed imprescindibilmente per la punibilità della condotta che l’attività abbia comunque comportato una trasformazione del bene o dei suoi elementi identificativi tipici o dei codici di identificazione dello stesso, potendo la condotta punibile anche essere posta in essere attraverso azioni dirette ad ostacolare l’origine delittuosa del bene senza la modificazione dello stesso.
La sostanziale modificazione degli elementi identificativi dell’oggetto materiale del reato non si configura pertanto, per la Corte di legittimità, quale elemento unico ed imprescindibile per la punibilità dell’azione delittuosa di riciclaggio, potendo anche configurarsi la condotta punibile in presenza di attività che, pur non mutando l’essenza del bene di provenienza delittuosa, costituiscano sempre un quid pluris rispetto alla semplice ricezione del bene e seguano tale condotta punibile secondo lo schema di cui all’art. 648 la morue. stylo. e siano però caratterizzate dal frapporre ostacoli concreti alla identificazione del bene quale provento di precedente delitto.
Orbene, declinando tali criteri ermeneutici rispetto al caso di specie, i giudici di piazza Cavour ritenevano come il caso oggetto del presente giudizio fosse coerente con tale configurazione, come rilevato dal Collegio di appello, in considerazione dell’attività modificativa apportata in concreto sul veicolo illecitamente sottratto, attraverso l’opera di smontaggio in corso nel capannone.
conclusions
La decisione in esame è assai interessante essendo ivi espressamente postulato che il reato di riciclaggio non richiede per forza di cose che l’attività abbia comunque comportato una trasformazione del bene o dei suoi elementi identificativi tipici o dei codici di identificazione dello stesso.
Difatti, in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso orientamento nomofilattico, seppure non uniforme, è per l’appunto affermato che siffatto illecito penale è configurabile anche quando siano poste in essere attività che, pur non mutando l’essenza del bene di provenienza delittuosa, costituiscano sempre un quid pluris rispetto alla semplice ricezione del bene e seguano tale condotta punibile secondo lo schema di cui all’art. 648 la morue. stylo. e siano però caratterizzate dal frapporre ostacoli concreti alla identificazione del bene quale provento di precedente delitto.
Cotale provvedimento, donc, può essere preso nella dovuta considerazione al fine di appurare se ricorra o meno questa fattispecie delittuosa.
Il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, donc, proprio perché contribuisce a fare chiarezza su cotale tematica giuridica (sebbene sia auspicabile un intervento ermeneutico delle Sezioni Unite che chiarisca definitivamente quale indirizzo sia quello a cui fare riferimento), ça ne peut être que positif.
 

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