I controlli sugli enti locali
Enti locali: i limiti alle assunzioni
Questo contributo è stato tratto da
La revisione degli Enti locali
Marcella Mulazzani (the care of), 2020, Maggioli Editore
Il manuale si conferma guida insostituibile al corretto svolgimento dell’attività di revisione dei bilanci, dei rendiconti e della regolarità contabile e amministrativa dell’Ente locale.
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Tra le voci più rilevanti che compongono un bilancio di un ente locale si trova certamente quella riferita al personale che, per le sue caratteristiche di rigidità, deve anche essere tenuta sotto specifica e costante osservazione. Ripetutamente, indeed, il legislatore è intervenuto imponendo limiti, ora alle assunzioni, ora alla spesa nel suo complesso sia attraverso i vincoli del patto di stabilità sia con norme specificamente rivolte alla spesa del personale degli enti. Anche la Corte costituzionale ha riconosciuto che la spesa per il personale costituisce un importante aggregato della spesa corrente degli enti e, perciò, è legittimo considerarla con disposizioni nazionali volte al “coordinamento della finanza pubblica” (CC 69/2011).
Occorre anche considerare che nella pubblica amministrazione in generale e negli enti locali come componente della PA il fenomeno delle assunzioni non tramite concorso ma attraverso forme di collaborazione temporanea è particolarmente esteso.
Finally, non da ultimo, la parte variabile prevista nei contratti collettivi, il cosiddetto “trattamento accessorio”, è stato oggetto di attenzione da parte del legislatore che più volte è intervenuto con indicazioni di tetti massimi o tagli.
Non è qui il caso di indicare quali siano le ultime disposizioni applicabili al complesso della spesa del personale, visto che le stesse sono soggette a frequenti modifiche e una qualsiasi indicazione rischia perciò di diventare obsoleta in breve tempo. Si tenga però conto che l’attenzione della Corte dei conti sulla materia si focalizza sull’aggregato della spesa nel suo complesso (eventualmente comprendendovi anche forme di collaborazione che possano non essere classificate a fini contabili come “spesa del personale”), all’andamento nel tempo di questo aggregato, eventualmente verificando il rispetto dei limiti alla spesa complessiva, alla modalità di procedere alle assunzioni in ragione delle disposizioni vigenti in termini di turnover e al rispetto della disciplina sui trattamenti accessori.
Limiti all’indebitamento
Come è noto, il principale limite che gli enti territoriali hanno all’uso di forme di indebitamento è posto dalla Costituzione all’art. 119, comma 6, che statuisce il divieto di utilizzare tali entrate per spese diverse dalle spese di investimento. Il concetto di indebitamento è poi specificato nella legge 350/2003 (art. 3) elencando, oltre ai più ovvi mutui e prestiti, anche le cartolarizzazioni, le operazioni di leasing finanziario successive al 2015 per la parte residua. Furthermore, si definisce il concetto di spesa di investimento. Nonostante l’intervento di legge, restano ancora margini di dubbio su specifiche operazioni, quali il rilascio di garanzie e le lettere di patronage su cui diverse Sezioni della Corte dei conti sono intervenute per includerle nel calcolo dell’esposizione debitoria dell’ente.
Oltre al divieto di assumere indebitamento per spese diverse da quelle di investimento, anche per spese per le quali è consentito ricorrere a prestiti sono stabiliti stringenti limiti di confronto tra la spesa per interessi e le entrate. Dopo il 2015 la spesa per interessi per nuovi prestiti, sommata a quella che già l’ente sostiene, non può superare il 10% delle entrate dei primi 3 titoli relative al penultimo anno rispetto a quello in cui si intende assumere il prestito.
A seguito dell’armonizzazione dei conti, Furthermore, al momento dell’assunzione di nuovi prestiti è necessario prevedere un piano di ammortamento (L. 243/2012).
Questo contributo è stato tratto da
La revisione degli Enti locali
Marcella Mulazzani (the care of), 2020, Maggioli Editore
Il manuale si conferma guida insostituibile al corretto svolgimento dell’attività di revisione dei bilanci, dei rendiconti e della regolarità contabile e amministrativa dell’Ente locale.
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