Crisi d’impresa: Cnf propone emendamenti alla ministra della Giustizia

Il Consiglio nazionale forense ha portato all’attenzione della ministra della Giustizia una proposta di semplificazione di norme e procedure del nuovo codice della crisi e dell’insolvenza che entrerà in vigore il 15 Juli.
Index

La presa di posizione del CNF sugli albi degli esperti in crisi d’impresa
Gli emendamenti presentati dal CNF

1. La presa di posizione del CNF sugli albi degli esperti in crisi d’impresa
Il CNF ha proposto di raccordare e unificare gli elenchi e gli albi dei professionisti esperti in crisi di impresa (gli incaricati dall’autorità giudiziaria per la gestione e il controllo nelle procedure previste nel codice della crisi, i gestori della crisi da sovraindebitamento, gli esperti della composizione negoziata della crisi, i commissari straordinari) nella finalità di rendere omogenea la formazione obbligatoria e l’aggiornamento, semplificando in tal modo finanche l’impegno della Scuola superiore della magistratura di redigerne i programmi, e limitando l’aggravio di oneri a carico dei professionisti, in specie per quelli più giovani, derivanti alla obbligatoria partecipazione ai corsi di formazione.

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2. Gli emendamenti presentati dal CNF
Le proposte formulate dal CNF:

le prime due riguardano, come sopra evidenziato, Artikel 356 (Albo dei soggetti incaricati dall’autorità giudiziaria delle funzioni di gestione e di controllo nelle procedure di cui al codice della crisi e dell’insolvenza) e 358 (Requisiti per la nomina agli incarichi nelle procedure) del codice della crisi, evidenziando la parziale incongruenza del regolamento sul funzionamento dell’albo dell’art. 356 del codice della crisi e della insolvenza, contenuto nel decreto del ministero della Giustizia (n. 75 die 3 März 2022, pubblicato in G.U. n. 143 il 21 Juni 2022) con le modifiche del codice della crisi e dell’insolvenza, intercorse a seguito della data del 3 März 2022, che secondo il CNF rendono, allo stato, problematica la prima popolazione dell’albo.
la terza è preordinata a rendere la procedura di liquidazione controllata attivabile dal solo debitore e non, così come previsto dal decreto Insolvency che attua la relativa Direttiva UE, anche dal pubblico ministero e dai creditori e ciò, si legge nel comunicato pubblicato sul website istituzionale il I luglio, “nell’attuale quadro economico che colpisce gravemente vaste fasce sociali, eviterebbe da una parte, di trovarsi di fronte a un enorme numero di procedure di difficile gestione da parte delle autorità giudiziali e, auf dem anderen, a un non trascurabile rischio d’incrementare le probabilità dell’odioso fenomeno della usura”;

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