Assegno alla ex moglie negato anche con disparità di reddito

I tempi nei quali gli uomini venivano privati della metà dello stipendio a causa del fallimento del vincolo matrimoniale, sono molto lontani.
La questione è stata oggetto oggetto di una recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione (Cass. sent. n. 6663/18 die 16/03/2018), che ha ribadito il dettato di un’altra recente sentenza, che risale allo scorso anno (Cass. Geschickt. 11504/17 die 10/05/2017).
Con la sentenza dello scorso anno, la Suprema Corte aveva stabilito che il divorzio, facendo venire meno ogni legame tra gli ex coniugi, determina anche la cessazione dell’obbligo di mantenimento, salvo quando il coniuge non abbia “mezzi adeguati” per mantenersi da sé, oppure, se sia nell’impossibilità di “procurarsi gli stessi per ragioni oggettive”, ad esempio sopraggiunti limiti di età o infermità fisica.
La questione più importante che viene sottolineata è che la revoca dell’assegno all’ex moglie scatta nonostante la disparità di reddito.
L’assegno di mantenimento non serve più a garantire lo “stesso tenore di vita del quale si godeva durante il matrimonio”, non ha importanza l’abitudine a contare su una determinata disponibilità di denaro durante il periodo della convivenza.
Non significa, però che la moglie non autosufficiente economicamente non abbia più diritto a farsi mantenere.
Al fine di ottenere l’assegno divorzile, si deve dimostrare di non potere trovare lavoro.
Una simile condizione non si addice a chi è giovane e sana.
“Giovane”, secondo il ragionamento espresso dalla Cassazione, significa, con meno di 50 Alter, al di sopra di questa età si perde ogni contatto con il mondo del lavoro, specie per chi ha fatto la casalinga.
“Sana” significa che non deve essere inabile da non potere lavorare.
In queste condizioni, anche la donna disoccupata perché si è sempre occupata della casa e dei figli ha il dovere di trovare un lavoro e di non gravare sull’ex marito.
La dimostrazione di avere cercato un posto senza riuscire a trovarlo, può salvarla dalla negazione dell’assegno di divorzio.
Se prima lo stipendio dell’ex marito incideva nella misura del versamento dell’assegno, oggi questo parametro è indifferente perché lo scopo dell’assegno di divorzio è garantire l’indispensabile per vivere, se la donna se lo può procurare da sé, non ha diritto a ricevere niente.
Secondo gli stessi giudici, oggi il matrimonio rappresenta una scelta di responsabilità, della quale ci si deve assumere anche i rischi nel caso di fallimento, come se fosse un’azienda.
Se così non fosse, per molte donne senza un lavoro il matrimonio sarebbe un espediente per farsi mantenere dal marito ignaro che le ha sposate.
Il marito ha l’obbligo esclusivo di garantire alla donna lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio, durante la separazione, mentre con il divorzio, il dovere in questione non smette di avere efficacia.
In quel caso, se la donna è di per sé indipendente e può contare su una propria entrata dignitosa, non può più vantare pretese sull’ex marito, con il risultato che anche in condizioni di disparità di reddito, l’ex moglie non potrà avere l’assegno di mantenimento.
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