Alimenti e mantenimento: la Suprema Corte chiarisce la differenza

Con la sentenza n. 12196/2017 della prima sezione civile, la Suprema Corte di Cassazione ha fissato una importante differenza tra assegno di mantenimento e assegno di divorzio.
L’assegno di mantenimento mira a preservare, al coniuge meno benestante lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio, i due redditi tra loro si devono sino a portare a una sorta di parità, salve le spese che le parti dovranno affrontare a seguito della separazione.
L’assegno di divorzio non deve più garantire il mantenimento del tenore di vita, ma l’autosufficienza economica.
Se il coniuge con il reddito più basso ha la possibilità di mantenersi da sé o se anche è disoccupato ma in età e in condizioni di salute per lavorare, non ha più diritto a niente.
Gli alimenti sono una misura di sostegno che deve essere versata ai familiari più stretti in condizioni di reale stato di bisogno fisico o economico che non sono in grado di provvedere interamente o in parte al proprio sostentamento.
La parola alimenti fa pensare al cibo, in realtà la misura degli alimenti deve comprendere i beni di stretta necessità, come anche le medicine e l’alloggio.
Il mantenimento è quello che versa il coniuge all’ex dopo la separazione, gli alimenti sono quelli che i figli devono versare al genitore disabile, privo di pensione, che non ha i mezzi per vivere.
Nel mantenimento (o nell’assegno di divorzio) il soggetto obbligato a versare l’importo è sempre e il coniuge con un reddito più alto.
Negli alimenti, i soggetti obbligati sono più di uno.
Il coniuge che si trova in stato di bisogno, i figli, anche adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti prossimi, i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi, gli adottanti, i generi e le nuore, i suoceri, i fratelli e le sorelle.
A costoro vanno aggiunti i donatari nei confronti del donante e coloro che si sono impegnati con contratto all’assistenza di terzi dietro compenso, in questo caso, si parla di contratto di vitalizio alimentare.
Quando concorrono più persone a dovere pagare gli alimenti, ad esempio più figli verso la madre disabile, ognuno li deve versare in proporzione alle proprie capacità economiche.
Come sopra accennato, il presupposto del mantenimento è la sproporzione del reddito tra il reddito del marito e quello della moglie, mentre il presupposto degli alimenti è che ci sia un soggetto che non sia in grado di provvedere in modo autonomo alle proprie esigenze primarie, e si richiede che ci sia uno stato di bisogno tale da pregiudicare la stessa sopravvivenza.
La finalità del mantenimento è garantire lo stesso tenore di vita al coniuge con il reddito più basso, mentre la finalità dell’assegno di divorzio è consentire l’autosufficienza economica.
L’obiettivo degli alimenti è togliere una persona da una condizione di disagio e di rischio di sopravvivenza.
Il diritto al mantenimento ha una portata più ampia, perché consente, a chi spetta, di preservare un determinato tenore di vita andando semplici bisogni primari.
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Assegno divorzile e nuovi parametri dopo la sentenza n. 11504/2017
Manuela Rinaldi, 2017, Maggs Izdavač
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