Abolizione vitalizi dei parlamentari, ok della Camera
I parlamentari dovranno probabilmente dire addio ai vitalizi. La proposta di legge che prevede l’applicazione del sistema contributivo alle pensioni di deputati e senatori, a firma di Matteo Richetti del Pd, è stata approvata alla Camera mercoledì 26 luglio. Il ddl dovrà ora ricevere l’ok definitivo dal Senato: se entrerà in vigore, salteranno i vitalizi sia per i politici in carica che per tutti gli ex parlamentari.
Il disegno di legge non ha comunque mancato di generare forti polemiche: facciamo il punto e vediamo nel dettaglio cosa potrebbe cambiare per deputati e senatori.
Leggi il disegno di legge Richetti per l’abolizione dei vitalizi dei parlamentari.
Pensione col sistema contributivo per tutti i parlamentari
Il disegno di legge Richetti, dunque, è stato approvato alla Camera con larga maggioranza: 348 voti a favore, 17 contrari e 28 astenuti.
La proposta prevede innanzitutto l’applicazione del sistema contributivo del calcolo della pensione, come per tutti i dipendenti pubblici, anche ai parlamentari. Mentre la riforma del 2012, attualmente in vigore, aveva abolito i vitalizi per i deputati e senatori ancora in carica ma aveva lasciato intatto il privilegio per tutti coloro che hanno già concluso il mandato, il ddl Richetti è valido anche per gli ex parlamentari. Insomma: anche coloro che non siedono più in Parlamento si vedranno ricalcolare l’assegno della pensione con il metodo contributivo. Dunque, addio vitalizi.
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Legge Fornero per i parlamentari solo dalla prossima legislatura
Discorso più complesso per quanto riguarda il decorrere della pensione. Attualmente, e in seguito alla riforma del 2012, i parlamentari percepiscono la pensione a partire dai 65 anni se hanno terminato una legislatura e a partire dai 60 se ne hanno completate due. Il ddl Richetti prevede che anche in questo il trattamento pensionistico di deputati e senatori sia adeguato a quello dei dipendenti pubblici così come modificato dalla legge Fornero. Pensione a 66 anni e 7 mesi, dunque. Ma c’è un dettaglio che ha già scatenato diverse polemiche: questo punto sarebbe valido solo a partire dalla prossima legislatura.
L’importo della pensione dei parlamentari
Novità, se il ddl Richetti sarà approvato, anche per quanto riguarda l’importo della pensione dei parlamentari. Con il passaggio al sistema di calcolo contributivo, le pensioni di deputati e senatori non potranno essere in ogni caso superiori al trattamento già percepito al momento di entrata in vigore della legge.
Infine, la proposta di legge prevede che, se i parlamentari già cessati dal mandato saranno rieletti al Parlamento nazionale o europeo oppure come consiglieri o assessori regionali, la loro pensione dovrà essere sospesa per tutta la durata dell’incarico. L’erogazione del trattamento potrà riprendere regolarmente solo al termine del nuovo mandato.
Niente tagli alle pensioni dei cittadini
Sembra comunque scongiurato il pericolo, che avevamo già segnalato, di estensione del sistema contributivo anche a tutti i cittadini italiani che sono andati in pensione con il più vantaggioso calcolo retributivo. Il ddl prevede infatti esplicitamente che il ricalcolo (e l’abbassamento) delle pensioni dei parlamentari non sarà applicato in nessun caso “alle pensioni in essere e future dei lavoratori dipendenti e autonomi”. Anche se la legge sarà definitivamente approvata nelle prossime settimane, dunque, non dovrebbero esserci conseguenze negative per tutti gli altri cittadini.
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